Autorevoli fonti storiche ci inducono a credere che il pistacchio sia una pianta vecchia come il mondo!
La sua patria d'origine è la Siria, successivamente grazie alle conquiste romane venne introdotto in Italia, ma il merito di averlo coltivato si deve certamente alla conquista e colonizzazione della sicilia da parte degli Arabi.
Il pistacchio di Bronte risulta particolarmente apprezzato per le caratteristiche intrinseche quali il tipico colore verde intenso e l’aroma delicato e dolce. Tali caratteristiche ne fanno un prodotto particolarmente ricercato nei vari settori.
I pistacchi di Bronte sono esportati in molti paesi europei dove vengono preferiti per l’industria insaccati a quelli di provenienza asiatica a motivo delle loro precipue caratteristiche di colore e di sapore. In sicilia il pistacchio locale viene valorizzato in pasticceria come ingrediente per la produzione di gelati, confetti, torte torroni ed altre specialità della pasticceria artigianale. Inoltre viene utilizzato nella pasticceria industriale, negli insaccati alimentari, nella farmaceutica e nella cosmesi.
Tali requisiti rendono il prodotto difficilmente surrogabile e ne costituiscono un punto di forza che ben spiega le più alte quotazioni nel mercato.
La cultivar più diffusa è sicuramente la “NAPOLETANA” che è considerata commercialmente di pregio tanto da essere considerata la più ricercata. In adatte condizioni ambientali fruttifica abbondantemente con scarsa e tollerata percentuale di frutti vuoti.
La coltivazione del pistacchio è molto impegnativa e faticosa. In primo luogo, le piante fruttificano una volta ogni due anni e crescono in terreni accidentati dove non è possibile ricorrere alle macchine per le operazioni colturali; ne consegue un notevole aumento dei costi di produzione per gli operatori del settore. I pistacchi vengono raccolti a mano, uno ad uno, tenendosi in equilibrio fra massi di lava nera.
Dalla smallatura del frutto si ottiene il prodotto in guscio , localmente chiamato “TIGNOSELLA”, che successivamente viene sgusciata per essere immessa sul mercato.
Il clima ideale è dato da quello predominante della zona etnea, con un’altitudine sul livello del mare di circa 400-700 metri, con temperature primaverili di circa 12°C ed infine, per la manutenzione, circa 27°C nei mesi estivi di luglio e agosto,con qualche pioggia temporalesca che favorisce meglio il pieno sviluppo del frutto.
I semi di pistacchio contengono molte proteine (18-23%), olio (50-60%), vitamine ed altre sostanze non azotate (15-17%), fra i quali prevale il principio attivo della fecondità. Il frutto ha quindi un valore nutritivo molto alto ed il suo valore in calorie è doppio di quello del burro. E’ assai pregiato e ricercato anche per il suo sapore aromatico e gradevole in pasticceria, in gelateria e per aromatizzare ed insaporire molte vivande.
L’olio estratto dal frutto trova anche applicazione in dermatologia per le sue alte doti emollienti ed ammorbidenti.
E’ insuperabile per l’utilizzo in pasticceria, tanto da avere un successo sempre crescente anche all'estero, soprattutto nelle case che producono specialità da gourmet, ma anche in Italia le pasticcerie più rinomate e l’alta ristorazione sono tornate ad utilizzare e a promuovere questo prodotto.